A 18 anni ho deciso di farmi il primo tatuaggio: dopo 18 anni sto ancora decidendo cosa tatuarmi e dove. Cosa c’entrano i tatuaggi con l’architettura? Forse niente. Forse…
Per la serie “architetti che fanno cose”, Giulia, architetto, e Marta, grafica e interior designer, si sono conosciute lavorando insieme in uno studio di architettura di Torino. Una volta deciso entrambe di tentare la strada da freelance, hanno dato vita ad un originale progetto comune: Titoo for you. Ne parlo con Giulia in questa intervista.
Giulia, da architetta ad architetta: cosa ti ha spinta a lavorare come freelance?
Per circa un anno ho avuto una collaborazione a partita Iva con uno studio di architettura, ma questo non significa essere davvero dei liberi professionisti: si hanno tutti gli svantaggi dei dipendenti, ma pochi vantaggi. Personalmente non mi piaceva lavorare per altri e sentivo l’esigenza di gestire liberamente il mio tempo: quindi, forse con un po’ di incoscienza, ho deciso di tentare un’altra strada. All’inizio non è stato facile perché non avevo molto lavoro, ma forse proprio grazie a questo surplus di tempo libero a disposizione ho elaborato l’idea di una linea di tatuaggi temporanei autoprodotta. Alla prima occasione ho proposto a Marta, che era stata mia collega per circa sei mesi, di sviluppare insieme questo progetto: è diventata mia socia e così è nato Titoo for you. La progettualità che è propria della nostra formazione ha di certo giocato un ruolo importante anche in questa avventura grazie alla capacità che ci contraddistingue di saper passare da un’idea al prodotto reale.
Quali sono stati i vostri primi passi?
Abbiamo iniziato nell’estate del 2014, senza obiettivi o piani precisi. La stagione ci sembrava si prestasse bene per i tattoo e per il mood ironico e fresco che avevamo in mente: era un’idea che ci divertiva, così abbiamo semplicemente pensato “se diverte noi, magari può piacere anche ad altri”. Siamo partite con questa attività di microimprenditoria che ci siamo improvvisate a gestire: non rischiavamo molto perché l’investimento iniziale era basso e quindi sostenibile. Abbiamo aperto la pagina facebook e iniziato a partecipare a festival e mercatini alla ricerca del nostro target.
Qui a Torino abbiamo trovato una grande opportunità di sostegno nella Rete al Femminile, nata da un’idea di Gioia Gottini. Grazie a contatti conosciuti in questo ambito, nel primo periodo abbiamo partecipato a feste, eventi per bambini e tenuto dei workshop, divertendoci molto. Poi nel 2015 abbiamo scelto di aprire il nostro sito di e-commerce, senza appoggiarci ad altri portali, e da quel momento l’attività ha preso piede.
Come nasce un tatuaggio temporaneo?
Marta, che è grafica, si occupa di disegnare il tattoo, curandolo in ogni aspetto, dal soggetto al lettering, seguendo sia uno stile classico sia il genere hipster che è stato di moda negli ultimi anni. Ci capita di essere contattate da privati per ordini personalizzati, per esempio per feste di matrimonio. Nel primo periodo le tirature erano molto limitate e stampavamo in casa, quindi la nostra attività era più handmade, design autoprodotto dall’inizio alla fine. Poi abbiamo iniziato ad appoggiarci ad un service esterno, americano, che ci consente di mantenere un adeguato livello di qualità anche con tirature non enormi. Ci piacerebbe che tutta la produzione avvenisse in Italia, ma finora non abbiamo trovato un partner adeguato. In Italia infatti il minimo di pezzi da stampare di uno stesso disegno è 1000, contro i 100 pezzi del service americano, che viene certamente più incontro a quelle che sono le nostre esigenze.
Qual è il vostro target?
Il nostro target ideale è rappresentato da giovani dai 15 fino ai 40 anni che frequentano i festival musicali, forse perché è un mondo di festa, divertimento e condivisione con gli amici, all’interno del quale il temporary tattoo trova il suo ambiente ideale, in particolare la nostra linea, che è ironica e punta anche a prendersi un po’ in giro. Alcuni festival ed eventi ci sono maggiormente congeniali, abbiamo imparato col tempo e l’esperienza a selezionarli: il MI AMI e il Wunder Mrkt a Milano, per esempio. In queste occasioni abbiamo iniziato a vendere bene. Non abbiamo ancora provato a frequentare festival nel resto d’Europa perché lì avremmo più concorrenza, mentre in Italia non abbiamo quasi nessun competitor.
In cosa consiste oggi il tuo lavoro?
Lavoro principalmente come architetto di interni libero professionista. Lo studio per il quale lavoravo, dopo che ho deciso di andare via, mi ha proposto di collaborare anche da freelance. Per loro seguo i negozi di un brand di abbigliamento italiano (Nuna Lie) che sta avendo abbastanza successo e che quindi apre di frequente nuovi punti vendita all’interno di centri commerciali, in particolare nelle province minori: mi occupo di tutte le fasi del lavoro, dalla progettazione iniziale al cantiere. Poi seguo commesse per altri negozi e per abitazioni private. Amo molto lavorare come architetto e continuerò a farlo: con Titoo for you non sto certo cercando una strada alternativa, ma solo un’opportunità per mettermi diversamente in gioco.
Mi piacerebbe dire che, arrivate a questo punto, l’attività di Titoo for you si autosostenga, ma non è così: le cose da fare sono sempre tante!
Come riesci a far quadrare tutto?
Trovare un equilibrio è piuttosto faticoso! Devo dire che in questo momento il mio lavoro come architetto sta andando bene, e infatti ho decisamente meno tempo da dedicare a Titoo for you rispetto all’inizio, quando il lavoro era diviso 50-50 con la mia socia. Per fortuna Marta è una macchina da guerra. Io comunque ci sono sempre, sia quando si tratta di decisioni da prendere, sia quando si tratta di partecipare ad eventi locali. Se, come ci auguriamo, Titoo for you continuerà a crescere, dovremo prendere delle decisioni! Magari trovare altre persone che ci aiutino, o chissà. Già adesso abbiamo una terza socia, Irene, che avevamo contattato per aiutarci per un breve periodo nella promozione, ma che si è così tanto appassionata alla causa che è rimasta con noi: si occupa in particolare di comunicazione e ufficio stampa. Rispetto a quando abbiamo iniziato, oggi riusciamo a fare dei programmi più a lungo termine, niente di ossessivo e maniacale, ma che ci garantisca almeno un po’ di organizzazione in più.
Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
Pensiamo che la nostra strada per crescere siano le collaborazioni, sia con altri designer (abbiamo lanciato due linee special edition disegnate da Gianfranco Setzu e da Il Castello di Zucchero), sia collaborazioni con brand o realtà che ci siano vicine. Stiamo collaborando per esempio con case discografiche indipendenti, che ci chiedono di produrre tattoo per le loro band da vendere come merchandising ai concerti, ed anche con alcune aziende, quali Corona e Jack Daniel’s, che hanno un tipo di comunicazione affine al nostro. La strada quindi è sempre di più diretta alla personalizzazione del prodotto.
Ma tu un tatuaggio vero ce l’hai?
Assolutamente no: non sono a favore né delle cose permanenti né delle scelte definitive.
Un consiglio che farò mio, nel lavoro e nella vita in generale. Grazie Giulia!
Titoo for you è un progetto di: Giulia Ciccone, Marta Cammarere, Irene Roncoroni.
Potete seguirle su Facebook e Instagram o incontrarle in giro per mercatini e festival. Il prossimo è “A night like this” | 15-16 luglio 2016 | Chiaverano (TO)
*** Tutte le foto sono di proprietà di Titoo for you.
1 commento su “Dal tatuaggio alla città”